Irrigazione

L’irrigazione: come realizzare un buon impianto.

L’irrigazione: come realizzare un buon impianto.

Sei indeciso sul fare l’impianto d’ irrigazione? Nei nostri climi non è pensabile realizzare un tappeto erboso senza l’ausilio dell’impianto irriguo automatizzato. Sia che si effettui la semina, sia che si opti per la realizzazione del manto erboso impiegando il prato pronto a rotoli (zolle).

La realizzazione degli scavi, la posa delle tubazioni, degli irrigatori, delle elettrovalvole deve essere ovviamente fatta dopo la prima grossolana stesura del terreno. Deve poi essere fatta secondo i piani di sgrondo definiti e prima dell’affinazione finale del terreno e della preparazione del letto di semina.

La fonte dell’irrigazione

La fonte di approvvigionamento dell’acqua può essere sia da pozzo con la predisposizione di una pompa opportunamente dimensionata sia da allacciamento alle acque potabili. È ovviamente da preferire la prima soluzione, se possibile, per ragioni di costo. Non solo, anche per per motivo di presenza di elementi trattanti, tipo il cloro, che possono avere leggeri effetti fastidiosi a medio-lungo termine.

Per la realizzazione dell’impianto è necessario affidarsi ad un esperto. Tuttavia è bene che l’utente finale si renda conto di alcuni fattori importanti sia in fase di progettazione sia in fase di utilizzo dell’impianto.

Senza entrare nel merito del dimensionamento delle tubazioni e degli irrigatori, occorre considerare che ogni giardino è caratterizzato da differenti microclimi che dipendono da fattori essenzialmente legati all’esposizione.

Gli elementi che influsicono sull’impianto

La presenza di elementi naturali, come la pendenza del terreno, le alberature, le siepi, ecc., e di elementi artefatti, come i muretti, le abitazioni, ecc., condizionano alcuni fattori. Per esempio la luce e il tasso di umidità dell’aria in modo tale da rendere disuniforme un giardino anche di piccole dimensioni. È perciò fondamentale tenere conto di questi fattori in fase di progettazione dell’impianto e in fase di utilizzo del medesimo. L’irrigazione deve rispettare le differenti aree. Va quindi divisa in settori facenti capo a differenti elettrovalvole azionabili singolarmente a seconda delle zone più in ombra, delle zone in pendenza e delle zone esposte al sole.

In futuro, durante la manutenzione ordinaria, anche la regolazione dei tempi d’irrigazione dei vari settori andrà differenziata. Aumentando per esempio i tempi di adacquamento nelle zone esposte. Oppure diminuendoli nelle zone in ombra. Aumentando inoltre la frequenza degli interventi nelle zone in pendenza per evitare così sia i ristagni idrici sia i ruscellamenti.

Quali irrigatori preferire

Partendo dal concetto che la distribuzione dell’acqua deve essere uniforme, occorre evitare commistioni tra irrigatori a turbina e statici. Questi a parità di durata d’irrigazione hanno portate d’acqua differenti. Quindi non vanno messi sullo stesso settore irriguo. Nello stesso modo non è corretto inserire insieme sulla stessa linea irrigatori che bagneranno porzioni differenti (90° – 180° – 270°). Questo perchè a parità di tempo interessano superfici ben diverse causando la non uniformità della portata dell’acqua. In questo caso vengono in aiuto gli irrigatori con testine fornite di ugelli proporzionali che consentono irrigazioni uniformi anche mischiando sulla stessa linea irrigatori con angoli di bagnatura differenti.

Sugli accorgimenti d’uso dell’impianto nelle varie fasi di sviluppo del tappeto erboso (semina, crescita, accestimento e maturazione) parleremo dettagliatamente nei prossimi appuntamenti.

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