Slicing sul prato. Quando farlo e come. All’uscita dall’inverno, nei prati dei climi continentali, ma ormai sempre di più anche in ambiente mediterraneo, si manifesta la presenza eccessiva di acqua sopra e dentro il terreno.
In parte lo scioglimento dell’eventuale coltre nevosa. In gran misura le precipitazioni più abbondanti del periodo. Ma soprattutto la limitata evaporazione del terreno e traspirazione delle piante, sono la causa di questo fenomeno.
Tutto ciò comporta uno scompenso a livello radicale per quanto concerne gli scambi gassosi. Riducendo quindi le quantità di aria tellurica e causando ritardi ed evidenti difficoltà nello sviluppo radicale delle essenze da tappeto erboso.
Se a tutto questo si associa un fotoperiodo breve dovuto alla stagione (bassa quantità di ore di luce), temperature fredde e magari patologie fungine, il risultato, nella migliore delle ipotesi, è un prato “stanco”, asfittico ed in forte disagio.
I costituenti macroscopici del terreno
A questo proposito sono di fondamentale importanza i costituenti macroscopici del terreno che per un tappeto erboso dovrebbe avere la seguente composizione percentuale ideale:
- 45-65% frazione solida
- 20-30% aria tellurica
- 15-25% acqua
Questo perché un terreno ben strutturato e quindi adatto alla coltivazione deve presentare dei macropori (nei quali viene immagazzinata l’aria). E dei micropori (nei quali viene trattenuta l’acqua).
Quello che a livello macroscopico si verifica durante l’inverno altro non è che il conseguente ristagno idrico con eccessiva presenza di acqua superficiale e sotterranea e conseguente riduzione della quantità d’aria nel terreno.
Le piante, come tutti gli organismi, e in particolar modo le radici, hanno bisogno dell’ossigeno e degli altri gas disciolti nell’aria per compiere le proprie funzioni vitali. Senza aria non c’è vita e nel caso specifico, senza la presenza della parte gassosa nel terreno non c’è alcun sviluppo radicale.
Come intervenire
Lo Slicing (“affettatura” in Inglese) è una delle operazioni agronomiche volte a ripristinare un corretto scambio gassoso atmosfera/terreno per fare in modo che nei substrati di coltura sia presente l’aria in maniera sufficiente.
Si tratta di operare, attraverso l’ausilio di semplici macchine semoventi o trainate, dei tagli nella superficie del terreno per una profondità tendenzialmente non superiore a 5-7 cm.
In questo modo si rompe la “crosta” superficiale del terreno, dura ed impermeabile. Si fa entrare dell’aria all’interno e si dà la possibilità di una minima evapotraspirazione dell’eventuale acqua in eccesso. Il terreno non viene assolutamente smosso e non si viene a perdere la continuità e l’uniformità del tappeto erboso preesistente nell’area oggetto di lavoro.
Con questa semplice operazione non solo si agisce sulla quantità dell’aria nel suolo (sviluppo radicale), ma anche sulla qualità della medesima. Si aumenta quindi la quantità di ossigeno e si riduce quella di anidride carbonica. Questo semplice passaggio comporta quindi una diminuzione potenziale del futuro sviluppo di malattie fungine e dell’eccessiva presenza di feltro.
Dopo lo slicing
A questo proposito, dopo l’operazione di slicing, si consiglia d’intervenire per il controllo del feltro e per il ripristino della fertilità del terreno con una miscela liquida a base di prodotti naturali, fertilizzanti e fortificanti. Per esempio con MICOSTEP (dose 20 g/100 m2), MICOPLUS (dose 15-20 g/100 m2) e TurFeed Pro SEAFORCE (dose 300-800 g/100 m2).